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martedì 27 maggio 2008

Il senso della vita

Provare piacere fisico.

Fine della millenaria discussione.

sabato 17 maggio 2008

Sul problema energetico, o forse su tutt'altro [L'Italiano come Lingua Universale - Parte 3]

L'italiano non sarà la lingua più semplice del mondo, ma anche l'inglese ha delle regole del cazzo che la rendono di fatto una lingua complicata. L'inglese non è la lingua più parlata del mondo in quanto la più facile di tutte le lingue, semplicemente è la più parlata del mondo in quanto un italiano* finanziato da spagnoli ha scoperto l'America. Che lì vi si parli inglese mi sembra una conseguenza abbastanza logica. Dall'alto dei suoi 366 milioni di tizi che la madrelingueggiano, è in realtà la terza lingua più parlata al mondo. La precedono arabo (422 Mega tizi) e cinese (1213 Mt), tutte lingue decisamente semplici.
Così come il passaggio dal petrolio alle fonti rinnovabili sarà graduale e lentissimo**, anche per il passaggio dall'inglese-lingua-universale all'italiano-lingua-universale (che prima o poi avverrà, sono lungimirante) proporrei qualche grado intermedio. Ho stilato una semplice lista di semplici regole con cui semplicemente si renderebbe il dannato inglese più semplice di come è ora (nell'attesa di parlare tutti quanti allegramente l'italiano), semplicemente depennando alcune regole ideate con ogni evidenza da qualche redattore di grammatica inglese in un momento di ubriachezza pesante:
1) A che diavolo serve l'aggiunta della 's' alla terza persona dei verbi? Che cacchio di regola è??? "Mi raccomando, devi aggiungere una 's' ai verbi, ma solo alla terza persona. Oh, e solo al singolare! Oh, dimenticavo, e solo all'indicativo presente, mentre al passato o futuro ovviamente no! Oh, che sbadato, scordavo di dirti che non va aggiunta sempre, ma solo per alcuni verbi! Oh, e per alcuni non devi aggiungere 's', ma 'es', ma solo per alcuni. In tutti gli altri casi, TUTTI gli altri, non va aggiunta." Definitivamente una regola del cazzo. Aboliamola.
2) Le 'question tags', queste inutili. Costringono a pensare a qual è il verbo ausiliare della frase che hai appena costruito: "You liked it, didn't you?" Perchè complicarsi la vita in questo modo, quando in italiano basta aggiungere, in qualsiasi caso, un semplice "no?". Usiamo una sola forma anche in inglese, una per tutte. Io propongo "isn't it?" (che suona come 'non è (vero)?'): semplice, immediato.
3) In italiano non esistono abbreviazioni, contrazioni o elisioni (tranne quando sono obbligatorie, come "l apostrofo" davanti a vocale, ma in quel caso è la forma non elisa a non esistere). Perchè invece in inglese deve essere tutta una selva di can't, I'll, she's (che vale sia per 'she is' che per 'she has', tanto rendere le cose semplici), genitivi sassoni e via dicendo? Che poi io vado in difficoltà, se sento qualcuno che elide a più non posso. Aboliamole!
4) Una lingua non può definirsi semplice se è sommersa di verbi irregolari. Perchè, ad esempio, look diventa looked mentre put rimane invariato tra presente, passato e participio passato? Perchè read rimane anch'esso invariato ma si legge diversamente? E perchè diavolo think diventa thought, che è pure un casino da pronunciare? Trasformiamo tutti i verbi in regolari! Basta aggiungere -ed e il giuoco è fatto. Put -> puted. Read -> readed. Think -> thinked. Non vi sentite già più leggeri?
5) La pronunzia: qui bisogna lavorarci bene. Non è possibile ad esempio che la doppia 'o' si pronunci spesso 'u', ma a volte 'a' (es: mood -> mud, blood -> blad), e che 'ea' si possa pronunciare 'i' o 'e' più o meno con 50/50 di possibilità (clamoroso ad es: breath -> brèd, MA breathe -> brìth). 'Sign' si pronuncia 'sàin' MA 'signal' si dice 'sig-nal' (con g dura). E' ridicolo che 'wind' si possa pronunciare 'uind' o 'uaind' a seconda del significato, così come 'read'. Significa non possedere alcuna regola logica su cui basarsi per la pronuncia delle parole. Significa anarchia. Tanto per dire, ho scoperto di recente che neppure gli stessi madrelingua inglesi sanno come si pronuncia la parola 'turbine', c'è chi giura che si dica turbàin e chi sentenzia che l'unica pronuncia corretta sia tàrbin. In italiano è tutto così semplice: ogni parola si legge esattamente come è scritta, e non esistono modi diversi dall'unico possibile. WTF, mi viene da dire.
La lista di regole potrebbe (probabilmente) continuare a lungo***, ma per essere una proposta che non verrà nemmeno per un istante infinitesimo presa in considerazione da nessuno dei 6,6 Giga tizi che vivono su questo pianeta, è perfino troppo lunga. Forse faccio prima io a trasferirmi su un altro sistema solare.

* o spagnolo secondo gli spagnoli, o portoghese secondo i portoghesi. Dopotutto Colombo è nato a Genova da padre italiano e madre italiana, il che fa di lui uno spagnolo/portoghese, no? Qualcosa mi sfugge...
** in pratica quando schiatteremo il petrolio regnerà ancora sovrano.
*** o probabilmente non ho voglia di continuarla.