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venerdì 8 giugno 2007

Meglio cambiare? No.

Si sa quanto poco durano le celebrità oggi, persino le più fortunate. Troppo copiata in magrezza e biondezza, Paris Hilton aveva già trovato qualche resistenza in Italia, dove era stata pessima in uno spot telefonico. Cantante inespressiva e attrice inesistente, interprete asessuata di piccoli porno domestici, afasica per professione, bruttina come tante, abbigliata bancarella, volgarotta per il suo strombazzare la dubbia ricchezza di famiglia, ha trovato finalmente il modo di protrarre ancora per un po' la sua fama, pur essendo, a 26 anni, ormai anziana per i gusti della vorticosa e distratta festa mediatica. Lei sì che va in prigione, le altre no, neppure la sorellina fotografata insieme natica contro natica, che sarà invidiosissima di questo colpo di genio. Infatti Paris inizia una nuova carriera, quella della martire, molto teocon, sottoposta a impensabili torture: 23 giorni senza cellulare, senza interviste, senza giarrettiere, senza pubblico, e massima punizione, forse, un libro. Da leggere!
(Natalia Aspesi)

La miliardaria nullafacente Paris Hilton è entrata in carcere (venti giorni di pena per avere guidato ubriaca e senza patente) accompagnata da un battage mediatico che neanche Nelson Mandela. Prima di ritirarsi in cella ha annunciato che quando uscirà scriverà un libro di memorie carcerarie. Farà sicuramente schifo e sarà certamente un grande successo. Già prima di finire trionfalmente in galera, la Hilton era all'apice della fama, anche se nessuno al mondo, lei compresa, sarebbe in grado di spiegare perché. Nel suo caso, però, la trasformazione della mediocrità in oro, della insipienza in popolarità, è così clamorosa, così perfetta, da far sospettare che il fenomeno Hilton abbia un significato profondo. Questo, per esempio: la Hilton è la Parodia Finale, dopo di lei non potranno esserci altre parodie sia pure in una società strutturalmente parodistica. Consumati fino allo sfinimento tutti i miti e i modelli possibili, fatta indigestione di ogni tipo di star, di ogni genere di guru o di maudit o di strafica, ripetuti malamente e a volume sempre più alto tutti i linguaggi, si è infine individuato nella Hilton l'approdo definitivo: una che, finalmente, non solo non sa fare nulla, ma nemmeno ci prova. Purtroppo la sua unicità non sarà capita. Milioni di ragazze e ragazzi già sognano di imitarla.
(Michele Serra)

Quanto resisterà?
Nel condannarla a 45 giorni di prigione (che sarebbero stati sicuramente scontati a 23 per buona condotta) il giudice Michael Sauer si era raccomandato che a Paris Hiton non venissero offerte scorciatoie nè sconti di pena, in modo che il suo caso servisse da esempio alle giovani generazioni. Lei stessa, poco prima di entrare, aveva sottolineato l'aspetto catartico della condanna, mentre alcuni commentatori televisivi si affrettavano a tessere le lodi di un sistema giudiziario cieco e imparziale, capace di punire perfino la nipotina di Conrad Hilton, fondatore dell'impero alberghiero. Ma sono bastate 75 ore per trasformare la prigionia "catartica" di Paris in una farsa: nella notte tra mercoledì e giovedì l'ereditiera è stata scarcerata. Trascorrerà il resto della pena nella lussuosa villa di West Hollywood, tra palme, petunie e piscine. Paris Hilton è uscita dal carcere dopo soli tre giorni e tre ore (generosamente contabilizzati come 5) per "motivi di salute". Secondo i medici rischiava un esaurimento nervoso. Stava male: pur essendo rinchiusa in un'ala del carcere riservata a personaggi speciali, e non avendo compagni di cella, non era mai riuscita a dormire. E aveva rifiutato di mangiare gli hot dog del pasto serale. Già dopo nemmeno 35 ore in cella, Paris aveva chiesto la visita di uno psichiatra. L'ereditiera aveva pianto al telefono, lamentandosi perché non riusciva a dormire e a mangiare e perché nella sua piccola cella c'era "un freddo glaciale". La Hilton era "sconvolta e traumatizzata", a causa del suo "terrore per il carcere". Ma il giudice non si era fatto commuovere, almeno nelle prime 70 ore.
(Arturo Zampaglione, rimaneggiato)

E' finita qui? Non è finita qui.
Per la prigionia farsa di Paris Hilton, il procuratore di Los Angels ha chiesto che lo sceriffo sia processato per vilipendio della corte: non era lui a dover decidere la scarcerazione ma la magistratura. Per le 9 del mattino di oggi ora locale, le 18 in Italia, miss Hilton è stata riconvocata in tribunale per valutare la legittimità della sua scarcerazione. Rilasciata dopo appena tre giorni di detenzione per guida senza patente e in stato di ubriachezza, Paris Hilton potrebbe rientrare in cella.

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