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giovedì 12 aprile 2007

Manifesto Surrealista

Vorrei ringraziare l'Uomo Con La Bombetta, che stanotte m'è apparso in sogno. Era di fianco al mio letto, in piedi, e mi osservava. A un certo punto ha proferito le parole: "Vedi le cose e dici: Perché?. Ma io sogno cose che non sono mai esistite e dico: Perché no?", quindi ha alzato un braccio e ha indicato un punto in lontananza. Io ho volto lo sguardo, distogliendolo dalla sua figura, e ho scorto all'orizzonte un cielo terso, color smeraldo, e nuvole leggere ma dense come pietra. Mi sono alzato, e una brezza spirava senza sfiorarmi, sollevando sabbia e polvere dal terreno pietroso del colore dell'ocra. Alla mia destra stava un manichino di legno, con un ovale al posto della testa. Una voce s'è udita provenire da quella direzione e dire: "Non si tratta di pensare di più, quanto di pensare diversamente", e dopo una pausa aggiungere: "Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è". A quelle parole ho guardato il polso sinistro, e ho notato che il mio orologio era molle, e alcune formiche vi stavano camminando sopra. Un suono sordo e profondo s'è innalzato a quel punto, scuotendomi da dentro. Avrei voluto tornare a coricarmi, ma al posto del letto vi era ora una bara in mogano, ed ero consapevole che il coperchio era schiodato. Mi sono inginocchiato, e con delicatezza ho poggiato una guancia sulla sua superficie. Ho percepito una vibrazione sommessa e rilassante, realizzando che il suono proveniva da lì dentro. Con lente movenze ho spinto via il coperchio, lasciandolo cadere sul polveroso suolo: dentro la bara si trovava un uomo con i miei vestiti addosso e il volto coperto da un cappuccio di stoffa bianca. Dei ragni sono usciti dai lati della bara, e io mi sono ritratto inorridito. Una voce alle mie spalle, che identifico con quella dell'Uomo Con La Bombetta, si è poi levata per dichiarare: "Quante sono le teste al mondo, altrettanti sono gli interessi. Che cosa vieta di dire la verità ridendo? Omnes eodem cogimur". Io ho annuito, senza voltarmi, e lentamente mi son riavvicinato al viso coperto. Con un rapido gesto ho sfilato il cappuccio, ma per mia sorpresa ve n'era un altro sotto, che continuava a celare il capo del morto. Ho allora indossato il telo che stringevo in mano, e con la vista occlusa ho esclamato: "".

2 commenti:

abeaS ha detto...

Vorrei ringraziare l'Uomo Con La Bombetta, che stanotte m'è apparso in sogno. Era di fianco al mio letto, in piedi, e mi osservava. A un certo punto ha proferito le parole: "Vedi le cose e dici: Perché?. Ma io sogno cose che non sono mai esistite e dico: Perché no?", quindi ha alzato un braccio e ha indicato un punto in lontananza. Io ho volto lo sguardo, distogliendolo dalla sua figura, e ho scorto all'orizzonte un cielo terso, color smeraldo, e nuvole leggere ma dense come pietra. Mi sono alzato, e una brezza spirava senza sfiorarmi, sollevando sabbia e polvere dal terreno pietroso del colore dell'ocra. Alla mia destra stava un manichino di legno, con un ovale al posto della testa. Una voce s'è udita provenire da quella direzione e dire: "Non si tratta di pensare di più, quanto di pensare diversamente", e dopo una pausa aggiungere: "Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è". A quelle parole ho guardato il polso sinistro, e ho notato che il mio orologio era molle, e alcune formiche vi stavano camminando sopra. Un suono sordo e profondo s'è innalzato a quel punto, scuotendomi da dentro. Avrei voluto tornare a coricarmi, ma al posto del letto vi era ora una bara in mogano, ed ero consapevole che il coperchio era schiodato. Mi sono inginocchiato, e con delicatezza ho poggiato una guancia sulla sua superficie. Ho percepito una vibrazione sommessa e rilassante, realizzando che il suono proveniva da lì dentro. Con lente movenze ho spinto via il coperchio, lasciandolo cadere sul polveroso suolo: dentro la bara si trovava un uomo con i miei vestiti addosso e il volto coperto da un cappuccio di stoffa bianca. Dei ragni sono usciti dai lati della bara, e io mi sono ritratto inorridito. Una voce alle mie spalle, che identifico con quella dell'Uomo Con La Bombetta, si è poi levata per dichiarare: "Quante sono le teste al mondo, altrettanti sono gli interessi. Che cosa vieta di dire la verità ridendo? Omnes eodem cogimur". Io ho annuito, senza voltarmi, e lentamente mi son riavvicinato al viso coperto. Con un rapido gesto ho sfilato il cappuccio, ma per mia sorpresa ve n'era un altro sotto, che continuava a celare il capo del morto. Ho allora indossato il telo che stringevo in mano, e con la vista occlusa ho esclamato: "".

Anonimo ha detto...

il tempo non conta nulla se misurato con un orologio che non è molle... credo siamo dispensati dal preoccuparci della vecchiaia o del dover essere maturi fino a che gli orologi non coleranno dai nostri polsi.