Vivendo ormai da un pochetto all'estero mi son reso conto di come funzionano i tre prodotti italiani per eccellenza all'estero: la pasta, la pizza e il caffè. O meglio, i tre prodotti alimentari italiani, perché i tre prodotti italiani per eccellenza sono la mafia, il calcio corrotto e la furbizia del tipico italiano-che-si-crede-furbo-in-quanto- italiano-mentre-tutti-gli-altri-sono-fessi.
La pasta, la pizza e il caffè così come li concepiamo in Italia, all'estero sono tutt'altra cosa. In peggio, ovviamente. La pasta è quella cosa di cui tutti i termini sulle scatole e le buste associati al prodotto sono in italiano puro ("spaghetti", "pennette", "pipe rigate", "farfalle", "lasagne", che poi nemmeno sanno pronunciarla la parola "lasagne", che cacchio ce lo scrivono a fare?), mentre se poi vai a leggere gli ingredienti o qualsiasi altra cosa, tutto il resto è in lingua straniera. La Marca Italiana di pasta in Olanda è Grand'Italia, una marca assolutamente ignota in Italia (e ci sarà un motivo). Non ho ancora avuto modo di scoprire come viene cucinata qui la pasta, ma sinceramente per una qualche ragione preferirei rimanere nell'ignoranza.
La pizza è quella cosa che secondo un qualsiasi non italiano è sufficiente che sia di forma approssimativamente tonda, con formaggio al posto della mozzarella, con ingredienti casuali sopra che più non c'entrano un cazzo l'uno con l'altro e meglio è, per essere chiamata "pizza". Forni a legna manco a parlarne, perlomeno non qui in Olanda. Tralasciamo che specie di entità sia la pizza in America, dove è normale mangiarla fredda a colazione da avanzo della sera prima (e chi lo fa in Italia è indiscutibilmente un mostro).
Il caffè è quella cosa scura che più ce n'è meglio è (come l'amico di Dario Baldambembo). Fuori dall'Italia, ormai è assodato, non bevono caffè, ma una brodaglia acquosa al gusto di caffè. Tant'è appunto che soltanto fuori dall'Italia si sente la necessità di distinguere tra caffè ed espresso, dato che in Italia il caffè è espresso. Il bello è che neanche l'espresso all'estero è un reale espresso. E' soltanto una brodaglia acquosa al gusto di caffè, ma un po' meno acquosa del caffè di cui sopra. Non c'è verso di farglielo capire che il caffè non è una bevanda da sorseggiare in bicchieroni. Non è proprio una bevanda, cazzo! Così come per la pasta, anche per il caffè tutti i termini riferiti al caffè sono sempre scritti in italiano ("ristretto", "lungo", "corto", "latte macchiato"). Come se capissero la differenza. Qui in Olanda le persone si interfacciano col caffè secondo tre distinte categorie: quelli che vogliono berlo all'italiana a tutti i costi (ma poi rimangono stranamente interdetti quando scoprono che l'espresso propriamente detto è così poco e così forte); quelli che lo bevono soltanto se ce n'è almeno mezza pinta nel bicchiere; e infine quelli che gli italiani sono un po' troppo fissati col loro stupido caffè, che cacchio ci sarà di così speciale nel caffè come lo vogliono disperatamente loro, stupidi italiani maniaci. La prova che quello che sto dicendo è tutto vero è che in qualsiasi parte fuori dai confini italiani trovare un caffè al bar che costi meno di un euro è del tutto impossibile. Costa più caro del petrolio, ed è irrimediabilmente una ciofeca (come diceva qualcuno).
La pizza è quella cosa che secondo un qualsiasi non italiano è sufficiente che sia di forma approssimativamente tonda, con formaggio al posto della mozzarella, con ingredienti casuali sopra che più non c'entrano un cazzo l'uno con l'altro e meglio è, per essere chiamata "pizza". Forni a legna manco a parlarne, perlomeno non qui in Olanda. Tralasciamo che specie di entità sia la pizza in America, dove è normale mangiarla fredda a colazione da avanzo della sera prima (e chi lo fa in Italia è indiscutibilmente un mostro).
Il caffè è quella cosa scura che più ce n'è meglio è (come l'amico di Dario Baldambembo). Fuori dall'Italia, ormai è assodato, non bevono caffè, ma una brodaglia acquosa al gusto di caffè. Tant'è appunto che soltanto fuori dall'Italia si sente la necessità di distinguere tra caffè ed espresso, dato che in Italia il caffè è espresso. Il bello è che neanche l'espresso all'estero è un reale espresso. E' soltanto una brodaglia acquosa al gusto di caffè, ma un po' meno acquosa del caffè di cui sopra. Non c'è verso di farglielo capire che il caffè non è una bevanda da sorseggiare in bicchieroni. Non è proprio una bevanda, cazzo! Così come per la pasta, anche per il caffè tutti i termini riferiti al caffè sono sempre scritti in italiano ("ristretto", "lungo", "corto", "latte macchiato"). Come se capissero la differenza. Qui in Olanda le persone si interfacciano col caffè secondo tre distinte categorie: quelli che vogliono berlo all'italiana a tutti i costi (ma poi rimangono stranamente interdetti quando scoprono che l'espresso propriamente detto è così poco e così forte); quelli che lo bevono soltanto se ce n'è almeno mezza pinta nel bicchiere; e infine quelli che gli italiani sono un po' troppo fissati col loro stupido caffè, che cacchio ci sarà di così speciale nel caffè come lo vogliono disperatamente loro, stupidi italiani maniaci. La prova che quello che sto dicendo è tutto vero è che in qualsiasi parte fuori dai confini italiani trovare un caffè al bar che costi meno di un euro è del tutto impossibile. Costa più caro del petrolio, ed è irrimediabilmente una ciofeca (come diceva qualcuno).